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Un giovane 19enne che fa sesso con una 13enne , anche se consenziente, per la legge commette un reato. Ma a Bari il tribunale lo ha assolto. Lei una ragazza ingestibile, che amava la libertà, la bella vita e le discoteche ed era già matura a tal punto da far sesso a soli 13 anni. Lui, maggiorenne, invaghito, a tal punto da ospitare la fidanzatina a casa sua anche di notte ignorando la sua età.
Un giovane 19enne che fa sesso con una 13enne , anche se consenziente, per la legge commette un reato.
Il dispositivo della sentenza di assoluzione del tribunale di Bari già lascia intravedere una motivazione che farà discutere. Il collegio di tre donne, presieduto da Rosa Calia Di Pinto, ha assolto con una doppia formula piena (per una parte «perchè il fatto non costituisce reato», per il resto «perchè il fatto non sussiste»), un incensurato.
La storia
Il giovane, ora 23enne ma alle'epoca dei fatti 19enne, era accusato di atti sessuali nei confronti di una ragazzina infra quattordicenne, 13enne, con la quale ha trattenuto un relazione per diversi mesi. La legge è chiara: fare sesso con una minore di 14 anni è reato.
Per l'imputato, il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione. Ma il tribunale l'ha pensata diversamente.
La storia si intreccia con quella due famiglie apparentemente normali, una che vive al quartiere Japigia l'altra al Libertà. Lui, appena 19enne, dimostra qualche anno in meno; lei, giovane studentessa, al contrario sembra già matura e a quei 13 anni bisogna aggiungerne qualcuno.
Lui infatti ignora l'età della ragazza ritenendola più adulta, iniziano a frequentarsi e dopo qualche settimana il rapporto culmina in atti sessuali, e ripetuti, «assolutamente consenzienti» come confermerà la ragazza in un secondo momento.La ragazza non risponde a un primo interrogatorio, poi ammette: l'ho fatto volontariamente
La denuncia dei genitori
La relazione - siamo verso la fine del 2015 e l'inizio del 2016 - va avanti fino a quando i genitori della 13enne, che nel frattempo si sono separati, presentano una denuncia alle autorità.
La giovane sulle prime non parla e si chiude nel silenzio, quindi una iniziale richiesta di divieto di avvicinamento viene respinta dal gip che ritiene insufficiente la sola dichiarazione indiretta della madre cui si era confidata la presunta vittima che però non parla.
A marzo, però, il gip emette un provvedimento cautelare: stavolta ci sono anche le dichiarazioni della ragazza che però ammette di aver fatto sesso più volte con il ragazzo, ma in modo assolutamente consenziente e «protetto» preciserà durante un interrogatorio.
Infatti, la madre confessa agli inquirenti di non essere in grado di gestire la ragazza che non torna più a casa e trascorre le notti a casa del «fidanzato». Per il giudice ci sono tutti gli indizi per confermare una misura di allontanamento.
Ma fra i due la relazione continua e poi la troncano per una fedeltà «compromessa». Tutto ciò avviene comunque quando la ragazza ha ancora 13 anni visto che la soglia dei 14 li raggiungerà nell'estate successiva (del 2016).Il Tribunale ha assolto il giovane con doppia formula: perchè il fatto non costituisce reato e perchè il fatto non sussiste
Il processo e l'assoluzione piena
Il processo è giunto a conclusione l'altro giorno con un epilogo che ha soddisfatto la difesa dell'imputato (rappresentata dagli avvocati Gianluca Loconsole e Alessia Giunta) e spiazzato l'accusa (in aula il pm Angela Morea) che aveva chiesto una condanna a 4 anni.
Il Tribunale, con una motivazione che sarà resa nota nei prossimi tre mesi, ha infatti assolto il giovane perchè il fatto non costituisce reato per il periodo in cui non era a conoscenza dell'effettiva età della ragazza; e perchè «il fatto non sussiste» per il periodo successivo.
Cosa abbia portato il tribunale a decidere così, lo si scoprirà con il deposito delle motivazioni.