Gazzetta, lite tra istituzioni: accaniti sul malato terminale

Tra sette giorni esatti dopo 133 anni vissuti a raccontare e dare voce alla Puglia e alla Basilicata e al vituperato Mezzogiorno, dopo la dichiarazione di fallimento, la storica Gazzetta del Mezzogiorno cesserà le pubblicazioni.
Un destino segnato da indifferenza, incompetenza, superficialità e menefreghismo da parte di istituzioni, politica, classi imprenditoriali e quanti hanno capitalizzato la loro “carriera” anche grazie alla vecchia Gazzetta.
Ma quanto sta accadendo in queste ore segna la vita di tutti noi che hanno trascorso un pezzo della loro esistenza in questo giornale (io ho iniziato appena 17enne) sacrificando gli affetti più cari per uno dei più bei lavori del mondo.

La "lite" Tribunale-Soprintendenza

Vedere “litigare” il Tribunale (che avrebbe dovuto salvarci) con la Soprintendenza (che almeno ci "protegge") per un bando sgangherato confezionato da due (di 4) curatori che seguono la procedura, è uno spettacolo poco edificante. E spaventa chiunque voglia avvicinarsi alla Testata a soli 6 giorni dalla scadenza delle...offerte.
Non abbiamo mai chiesto un trattamento diverso dal bottegaio che ha “chiuso”, ma probabilmente meritavamo più attenzione visto il nostro ruolo di faro e controllo della politica, soprattutto quella che dice che va tutto bene salvo poi dichiarare che si chiuderanno le sale operatorie.

A Parma sarebbe andata diversamente

Probabilmente se fossimo stati a Parma dove c’è anche lì una storica Gazzetta, le cose sarebbero andate diversamente.
Ma ognuno di noi è arbitro del proprio destino per cui quando entriamo nella cabina elettorale preferiamo farci incantare da chi preferisce scegliere la politica del “ciondolo” continuando a raccontare fatti degni del migliore illusionista. Questo è quanto ci meritiamo!
Noi lotteremo fino all’ultimo ma per favore risparmiateci questo accanimento che di terapeutico non ha nulla.